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Compendio delle norme tipografiche
Bibliografia su Santa Teresa di Lisieux
Depliant Generale 2022-2023
Guida Accademica 2022-2023
C. Betschart, OCD: L’humain, image filiale de Dieu. Une anthropologie théologique en dialogue avec l’exégèse
Christof BETSCHART, L’humain, image filiale de Dieu. Une anthropologie théologique en dialogue avec l’exégèse, Éditions du Cerf, Paris 2022.
Secondo la Genesi, l’uomo e la donna sono stati creati “a immagine di Dio”. Questa affermazione, nonostante la sua apparente semplicità, è tra le più discusse e ambigue della tradizione giudaico-cristiana. Cosa può significare per gli esseri ambivalenti che siamo? Rispondendo, l’autore colma una lacuna nella teologia (francofona) basandosi nella sua elaborazione sistematica su uno studio approfondito dei testi biblici. La rilettura cristologica dell’immagine di Dio che identifica in Cristo sia il prototipo che il modello di tutti gli esseri umani viene prolungata con un’interpretazione filiale. La tesi che l’immagine di Dio consista nella filiazione divina viene sviluppata per rendere più concreta l’immagine creata e ricreata, ma anche per rivisitare alcune grandi questioni dell’antropologia teologica recente come il rapporto tra natura e grazia, la mediazione cristologica dell’antropologia e viceversa, il binomio essere e relazione.
Éditions du Cerf
Collection Cogitatio Fidei, 315
Paris 2022
Pagine: 528
ISBN : 9782204147309
Docente: Richard Francis Dsouza
Giustificazione
Fin dall’antichità cristiana il Quarto Vangelo (QV) ha ricevuto la qualifica di vangelo «teologico», Clemente di Alessandria lo definiva «vangelo spirituale». Inoltre, il QV viene tradizionalmente interpretato a partire da due temi teologici: quello dei «segni», che struttura in modo particolare la prima parte, e quello della «gloria» o dell’«ora», che caratterizza la teologia della seconda parte. Per trasmettere ai suoi lettori un messaggio più profondo dell’insegnamento e delle opere del Signore, l’evangelista ampiamente usa i «segni» e i «simboli».
Obiettivi
Questo seminario ci propone introdurre allo studente la teologia e la spiritualità del QV attraverso uno studio scientifico dei segni raccontati e dei simboli usati dall’evangelista. Essendo un seminario, questo studio inoltre mira ad aiutare lo studente imperare una metodologia di ricerca dei brani scelti del QV.
Contenuti
Dopo una introduzione generale sul tema «segni» e «simboli» si prosegue con lo studio dei segni compiuti da Gesù nel QV. Per di più l’evangelista anche usa vari simboli (luce, pane, vino, tempio, acqua, porta delle pecore, bel pastore, vite-tralci, le feste giudaiche ecc.) per comunicare un messaggio teologico-spirituale agli ascoltatori. Quindi i brani nei quali appaiano tali simboli verranno studiati.
Metodologia
Come è già evidenziato con una introduzione al tema, i partecipanti al seminario saranno anche guidati alla metodologia della ricerca. Usando la metodologia proposta, ogni studente verrà chiesto di fare una presentazione del brano o il tema scelto, sul quale ci sarà una discussione che richiede una attiva partecipazione da parte degli studenti.
Criteri di valutazione
Per raggiungere gli obbiettivi e la metodologia proposta il criterio di valutazione basata sulla presentazione in classe (30%) e una partecipazione attiva alle discussioni (20%). Oltretutto, ogni studente dovrà consegnare un l’elaborato per la valutazione finale (50%).
Distribuzione del tempo di lavoro
24 ore per la presenza in classe e 72 ore distribuite tra lo studio dei testi, la presentazione orale e l’elaborato scritto finale.
Bibliografia
Biguzzi, G. Il Vangelo dei Segni (Brescia 2014).
Brown, R.E. Giovanni. Commento al vangelo spirituale (Assisi 1979).
Charlier, J.-P., «La Notion de Signe (SHMEION) dans le IVe Évangile», RSPT 43/3 (1959) 434-448.
Davies, W. D., «The Johannine ‘Signs’ of Jesus», A Companion to John. Readings in Johannine Theology (John’s Gospel and Epistles) (ed. Michael J. Taylor) (New York 1977) 91-115.
Fabris, R., Giovanni. Traduzione e Commento (Roma 22003).
Fausti, S., Una comunità legge il vangelo di Giovanni (Milano 2008).
Leon-Dufour, X., Lettura dell’evangelo secondo Giovanni (Balsamo 1998) I-IV.
Schnackenburg, R., Il Vangelo di Giovanni (Brescia 1973-1987) I -IV.
Simoens, Y., Secondo Giovanni. Una traduzione e un’interpretazione (Bologna 2000).
Tenney, M. C., «Topics from the Gospel of John: The Meaning of the Signs», BS 132/526 (1975) 145-160.
Thompson, M. M., «Signs and Faith in the Fourth Gospel», BBR 1 (1991) 89-108.
Wengst, K., Il Vangelo di Giovanni (Brescia 2005).
Zumstein, J., L’Évangile selon Saint Jean (Genève 2007-2014) I-II.
B. Moriconi, OCD: Giuda. Uno di noi
Bruno MORICONI, Giuda. Uno di noi, Cittadella Editrice, Assisi 2021.
«L’ottica del libro è strettamente evangelica, e il dato di quelle fonti resta essenziale e normativo, anche se le parole e i silenzi di quei testi aprono alla possibilità di una lettura più profonda. Nel racconto evangelico del cosiddetto tradimento c’è spazio anche per la scoperta di aspetti che non possono essere trascurati, neppure riguardo al caso di Giuda, che non è solo l’archetipo e il modello dell’errata condotta tout court. A suo modo, doveva volere ancora bene a Gesù, se ne piange la sorte e si tormenta al punto da togliersi la vita. È questa la domanda che – senza voler sottrarre la figura di Giuda al suo mistero – soggiace a ogni passo del libro e ne costituisce il filo conduttore».
R. F. D’Souza, OCD: “Yes Lord, I have Believed”. The Role of Martha’s Confession of Faith in the Fourth Gospel
Richard Francis D’SOUZA, “Yes Lord, I have Believed”. The Role of Martha’s Confession of Faith in the Fourth Gospel, Dhyanavana Publications, Bengaluru 2021.
Questo studio contribuisce alla discussione circa l’autenticità e la rilevanza della confessione di fede di Marta (Gv 11,27), nel contesto del segno del risvegliamento di Lazzaro (Gv 11,1-54) e della sua funzione narrativa nel vangelo di Giovanni. Più precisamente, questo studio mira a riabilitare la confessione di fede di Marta nel vangelo di Giovanni e a riconoscerla come compimento del libro dei segni e la prefigurazione del libro della gloria, sullo sfondo della conclusione cristologica e soteriologica del vangelo (Gv 20,30-31). Inoltre, tenta di presentare una caratterizzazione inclusiva di Marta, attraverso una lettura ravvicinata delle scene in cui lei appare come personaggio rilevante.