E. J. Martínez Gonzalez, OCD: I dwell within you to transform you in me

Emilio José Martínez Gonzalez, OCD, the author of the book “I DWELL WHITIN YOU to transform you in Me”, reel off the life of Mother Julia not as a simple succession of chronological events but as the experience of union with God of a daughter with her Father, of a wife with her Husband and of a Christian docile to the calls of the Spirit regardless of what cross and sacrifice entails. It shows us admirably the crowning of the union with God of a believer who understood and lived the following of Jesus to the ultimate consequences, of a daughter of the Church who learned from Fr. Alberto Cuscó Mir, S.J., to “feel with the Church”, of a religious “contemplative in action and active in contemplation” (cf. Decree on Heroic Virtues), of a woman who knew how to love and give herself to the extreme, of a Foundress who lived fidelity in freedom and with generosity, of a mystic who was formed under the action of the Spirit and the guidance of St. John of the Cross “he has led me to God”, and by his spiritual companions, in a special way by Fr. Rafael Checa Curi, OCD.

B. Bouillot – C. Betschart, Éveille-toi, OCD: mon âme. Introduction à la philosophie d’Edith Stein

Bénédicte BOUILLOT, Christof BETSCHART, Éveille-toi, mon âme. Introduction à la philosophie d’Edith Stein [in italiano: Svegliati, anima mia. Introduzione alla filosofia di Edith Stein], con una prefazione di Marguerite Léna, Desclée de Brouwer, Parigi 2023, 240 p., 18,90 €.

Il presente libro introduce alla filosofia di Edith Stein, oggi conosciuta soprattutto per la sua eccezionale carriera di intellettuale tedesca, di origine ebrea, divenuta cristiana e carmelitana e morta ad Auschwitz.
Questo pubblicazione vuole colmare una lacuna – quella di un’introduzione alla sua filosofia – e raccogliere una duplice sfida: rendere accessibile un pensiero ritenuto difficile e, allo stesso tempo, dimostrarne il vigore e l’attualità attraverso il rinnovato approccio all’anima che propone.

Nel contesto del XX secolo, tempo in cui l’anima era considerata una nozione obsoleta, inadeguata persino per pensare l’umano – e di cui la filosofia, le scienze umane e la teologia pensavano di poter fare a meno –  Edith Stein dimostra, al contrario, che rinunciare all’anima significa impedirsi di considerare alcuni aspetti fondamentali della vita umana.
Attraverso un approccio che combina fenomenologia, metafisica e mistica, e grazie al suo talento descrittivo, ci rende consapevoli dell’esperienza vissuta dell’anima, ma anche della tragedia di una vita che ne è priva.
In questo modo, risveglia in noi il desiderio di quel “supplemento d’anima” che dà alla nostra esistenza profondità, vitalità, colore e sapore… come l’anima del violino che, anche se poco visibile, assicura l’unità dello strumento ed effonde la sua risonanza in tutto il corpo.

 

Si Edith Stein est aujourd’hui connue pour son parcours exceptionnel d’intellectuelle allemande, née juive, devenue chrétienne et carmélite, morte à Auschwitz, ce livre entend combler un manque : celui d’une introduction générale à sa philosophie, et relever un double défi : rendre abordable une pensée réputée difficile, tout en montrant sa vigueur et son actualité, à travers l’approche renouvelée qu’elle propose de la notion d’âme.
Dans un xxe siècle où l’âme a été considérée comme une notion désuète, inappropriée même pour penser l’humain, où la philosophie, les sciences humaines, et la théologie ont cru pouvoir s’en passer, Edith Stein montre au contraire que renoncer à l’âme, c’est s’empêcher de considérer certains aspects fondamentaux de la vie humaine.
À travers une démarche qui allie phénoménologie, métaphysique et mystique, et par ses talents descriptifs, elle nous rend attentifs à l’expérience vécue de l’âme, mais aussi au tragique d’une vie qui en est dénuée. Elle réveille ainsi en nous le désir de ce « supplément d’âme », qui donne à notre existence sa profondeur, sa vitalité, sa couleur et sa saveur… telle l’âme du violon qui, bien qu’à peine visible, assure l’unité de l’instrument et en déploie les résonances à tout le corps.

C. Betschart, OCD: L’umano, immagine filiale di Dio. Un’antropologia teologica in dialogo con l’esegesi

Christof BETSCHART, L’umano, immagine filiale di Dio. Un’antropologia teologica in dialogo con l’esegesi, Queriniana, Brescia 2022.

Secondo la Genesi, l’uomo e la donna sono stati creati “a immagine di Dio”. Questa affermazione, nonostante la sua apparente semplicità, è tra le più discusse e ambigue della tradizione giudaico-cristiana. Cosa può significare per gli esseri ambivalenti che siamo? Rispondendo, l’autore colma una lacuna nella teologia (francofona) basandosi nella sua elaborazione sistematica su uno studio approfondito dei testi biblici. La rilettura cristologica dell’immagine di Dio che identifica in Cristo sia il prototipo che il modello di tutti gli esseri umani viene prolungata con un’interpretazione filiale. La tesi che l’immagine di Dio consista nella filiazione divina viene sviluppata per rendere più concreta l’immagine creata e ricreata, ma anche per rivisitare alcune grandi questioni dell’antropologia teologica recente come il rapporto tra natura e grazia, la mediazione cristologica dell’antropologia e viceversa, il binomio essere e relazione.

Editrice Queriniana
Collana BIC, 213
Brescia 2022
Titolo originale: L’humain, image filiale de Dieu. Une anthropologie théologique en dialogue avec l’exégèse
Traduzione dal francese: Manuiela Romano
Pagine: 395

C. Betschart – M. M. Romano (edd.): Teologia dell’amore. Prospettive teologico-filosofiche in dialogo con il Carmelo

Christof BETSCHART e Maria Manuela ROMANO (edd.), Teologia dell’amore. Prospettive teologico-filosofiche in dialogo con il Carmelo, Città Nuova, Roma 2023.

«Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (1Gv 4,7-8).
A partire da questo passo della Prima Lettera di Giovanni, il tema perennemente rilevante dell’amore è stato ripreso e approfondito da un gruppo di ricerca – nato durante la pandemia attraverso alcuni incontri online e successivamente con un seminario di due giorni presso la Pontificia Facoltà Teologica Teresianum a Roma – che ha cercato di riflettere insieme sull’amore proprio a partire dall’autorivelazione di Dio come amore e dunque anche come origine dell’amore umano.

Frutto di questi incontri tra giovani ricercatori è il libro pubblicato con il titolo: “Teologia dell’amore. Prospettive teologico-filosofiche in dialogo con il Carmelo” – a cura di Christof Betschart e Maria Manuela Romano – nel mese di marzo 2023  dall’editrice Città Nuova, nella collana “Teologia” diretta da Piero Coda .
Saverio Cannistrà, Valentina Gaudiano, Lukasz Strzyz-Steinert, Luca Bassetti, Adrian Attard, Christof Betschart, Maria Manuela Romano, Iacopo Iadarola, Iain Matthew e Robert Cheaib, nei loro incontri di ricerca e riflessione collettiva, si sono dati l’obiettivo di riflettere non solo sull’amore come tale, ma sull’amore in dialogo con le figure del Carmelo, soprattutto con Teresa d’Avila, Giovanni della Croce e Teresa di Lisieux, ma anche con Edith Stein.
L’intuizione di base di questo volume proviene da un contributo di Saverio Cannistrà sulla scienza dell’amore in Teresa di Lisieux: «una teologia dell’amore, cioè una teologia centrata sull’amore come sul suo principio fondamentale e normante, una teologia, per così dire, agapocentrica, adeguata al nostro tempo, è ancora da sviluppare, nonostante i tanti precorrimenti nella storia della tradizione cristiana».
Certamente, una riflessione sull’amore si può proporre in qualsiasi università o facoltà teologica, ma il Teresianum ha la particolarità di avere due specializzazioni che in un certo senso ci predispongono ad approfondire questa tematica, cioè la specializzazione in teologia spirituale con un forte accento carmelitano e l’antropologia teologica nella quale cerchiamo di introdurre una riflessione sempre più approfondita sull’amore.

Ognuno dei dieci Autori ha contribuito con la propria competenza e con la propria personalità, ognuno ha cercato di rendere conto del fatto che soltanto partendo dall’amore di Dio si può arrivare all’amore riversato nel cuore umano, inteso dagli autori carmelitani come progressiva assimilazione all’amore divino, cioè come unione trasformante di amore. Questa assimilazione viene da loro descritta con le metafore della filiazione, del matrimonio o ancora dell’amicizia. L’amore filiale, sponsale, di amicizia, nella prospettiva cristiana e carmelitana, non può essere inteso altrimenti che come responsivo; dunque è essenzialmente relativo all’amore ricevuto. Nel mondo del Carmelo colpisce, a questo proposito, il testo forse più conosciuto e citato di Teresa di Gesù nel libro della Vita sulla preghiera. Caratterizza la preghiera come un tratar de amistad. Segue però un punto importante, cioè il fatto che è il dialogo amoroso diventa possibile soltanto nella misura in cui si sa di essere amati da Dio. Questa esperienza dell’amore si pone come condizione di possibilità di una risposta d’amore.