Docente: Prof.ssa
Giustificazione
La riflessione sull’uomo come aperto all’infinito di Dio viene proposta come questione di interesse sia per l’antropologia cristiana, sia per la teologia spirituale, come chiave di lettura adeguata alle problematiche del mondo contemporaneo. Si riconoscono nel pensiero di Henri de Lubac gli elementi fondamentali per strutturare, in questo senso, un’apertura capace di rispondere alle domande fondamentali che attanagliano il tempo in cui viviamo.
Obiettivi
Proporre agli studenti, a partire dalla teologia di Henri de Lubac, una via per una lettura consapevole e attenta di un tema chiave per la comprensione di una stagione teologica ricca e ancora significativa per il nostro tempo.
Contenuti
Inserito nel suo contesto storico e biografico ben definito, il pensiero di de Lubac, sarà proposto nella sua solidità attorno al teorema del “soprannaturale” come principio chiave al fine di un’apertura e lettura del tempo attuale con le sfide, sia dal punto di vista antropologico cristiano, che teologico spirituale.
Metodologia
Il corso si svolgerà secondo la formula delle lezioni frontali, supportate da slide volte a facilitare l’attenzione e la ripresa dei contenuti in fase di studio. Sarà utilizzata per la condivisione del materiale la piattaforma Moodle.
Criteri di valutazione
Per la valutazione saranno tenute in considerazione la partecipazione in classe con domande e interventi che possano arricchire la riflessione comune. Si prevede un esame orale a partire da un tema a piacere trattato nel corso, scelto secondo il proprio interesse personale e la propria specializzazione.
Distribuzione del tempo di lavoro
Il tempo di lavoro si divide fra le lezioni in classe e lo studio personale, tenendo conto del necessario approfondimento in relazione alla bibliografia prevista e quella suggerita nel corso delle lezioni.
Bibliografia
- H. DE LUBAC, Il Mistero del Soprannaturale, Opera Omnia, 11, Jaka Book, 2017.
- I. MORALI, Henri de Lubac, Morcelliana, 2002.
- A. RUSSO, Henri de Lubac, Edizioni San Paolo, 1994.