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Bollettino bibliografico San Giovanni della Croce I
Bollettino bibliografico Papa Francesco 2 – Capitolo 4
Bollettino bibliografico Papa Francesco 2 – Introduzione e Capitolo 1
Bollettino bibliografico Papa Francesco 2 – Capitolo 3
Bollettino bibliografico Papa Francesco 2 – Capitolo 2
Guida Accademica 2019 – 2020
A. Pigna, OCD: Le Beatitudini, pienezza del messaggio evangelico
Arnaldo PIGNA, Le Beatitudini, pienezza del messaggio evangelico, Edizioni OCD, Roma 2019.
n questo volume si presentano le meditazioni offerte durante alcuni corsi di esercizi spirituali. Gli esercizi, si sa, hanno una finalità pratica, essi sono ordinati alla revisione e alla promozione della propria vita spirituale attraverso una forte esperienza di preghiera, cioè di incontro con Cristo. Le meditazioni offerte, pertanto, non pretendono di essere uno studio esegetico e teologico sulle beatitudini, quanto piuttosto una sollecitazione a confrontarsi con esse e, insieme, un aiuto e uno stimolo a tradurle in atteggiamenti vitali, guardando a Colui che le ha proposte e per primo le ha perfettamente vissute: Cristo Signore.
La beatitudine di cui parla Gesù non è legata alle situazioni esteriori, essa tocca profondamente e aderisce alla persona come tale. Si è beati non perché si possiede qualcosa, ma perché si è qualche cosa. Si è beati nella misura in cui si diventa partecipi della verità, della bontà, della giustizia, della misericordia… che Dio è. Si è beati, dunque, nella misura in cui a imitazione e per partecipazione di Lui si è veri, buoni, giusti, misericordiosi. Così si capisce perché si può essere beati anche quando si subisce ingiustizia. La beatitudine, infatti, non sta nel non subire ingiustizia, ma nell’essere giusti.
È di somma importanza tenere presente che la condizione della vita non è rilevante ai fini della beatitudine: è rilevante soltanto essere nel Signore. Chi vive nel Signore è beato, chi muore nel Signore è beato, chi soffre nel Signore è beato, chi è povero nel Signore è beato.
B. Moriconi, OCD: Il Prigioniero di Toledo. Juan de la Cruz, poeta di Dio
Bruno MORICONI, Il Prigioniero di Toledo. Juan de la Cruz, poeta di Dio, Edizioni OCD, Roma 2018.
Questa nuova biografia di san Juan de la Cruz affonda le sue radici nei principali studi dell’ultimo secolo. Arricchita di passi significativi degli Scritti del Santo, il suo profilo – dall’infanzia a Fontiveros di Castiglia, sino alla sua morte a Úbeda di Andalusia – si staglia in trenta agili tappe. Un’esistenza semplice e sublime, quella di Juan de la Cruz, vera, profonda e trasparente. Sia quando il Santo contempla gli occhi del suo Signore nell’eterna cristallina fonte, sia quando raccoglie i ceci nell’orto del convento de La Peñuela.
«A sfondo del suo racconto – scrive il cardinal Anders Arborelius nella sua Introduzione al libro – padre Monconi pone il carcere di Toledo, e conduce il lettore a scoprire che, proprio in quel buio ripostiglio, Giovanni della Croce, privo di ogni consolazione e affetto, riesce a far sgorgare, dalla sua anima ferita, il più bel canto all’Amore».
L. J. González, OCD: Coaching e spiritualità. Potenziare l’ottimismo
Luis Jorge GONZÁLEZ, Coaching e Spiritualità. Potenziare l’ottimismo, Ediciones Duruelo, Mexico 2018.
L’Autore, partendo dall’analisi del «doloroso pessimismo contemporaneo» segnato dall’abitudine di lamentarsi, propone il percorso del coaching cognitivo, passando dal counseling spirituale per giungere all’ottimismo alimentato dalla speranza. Egli afferma che «l’atteggiamento di speranza è una tendenza fondamentale della vita. Grazie al suo stimolo, la vita cerca i beni e i valori che le permettono di conservarsi. In questo senso, la speranza rappresenta il motore della vita e della storia. L’ottimismo della speranza possiede, fra le altre, una caratteristica che la trasforma nell’antidoto migliore contro la micidiale abitudine di lamentarsi. Invece di negarli, affronta i malanni di cui gli uomini e le donne dei nostri giorni si lamentano continuamente. La speranza, infatti, entra sulla scena della nostra esistenza soprattutto quando incontriamo sulla nostra strada problemi e difficoltà. Purtroppo, di fronte a questi ostacoli, preferiamo lamentarci invece di affrontarli e superarli con la forza della speranza. Questo atteggiamento positivo, che è parte del nostro vivere, soggiace nelle profondità del nostro essere come una sorgente inesauribile ma sotterranea. A motivo della sua presenza nascosta, la speranza richiede la decisione della libertà personale per poterei offrire la sua energia. Esige che scaviamo nel nostro intimo una specie di pozzo per permetterle di fluire e d’irrigare il nostro pensare, sentire e attuare. Sono proprio convinto che questo lasciarsi inondare dalla speranza è uno sforzo della libertà. Risultano perciò poco efficaci i consigli, le raccomandazioni e le esortazioni. A volte, certo, sembrano effettivi poiché fanno eco alla decisione che la persona ha già preso. Tuttavia, nella maggior parte dei casi si dimostrano sterili ed improduttivi. La cosa migliore è che la persona stessa tenga desto il suo proprio dinamismo interno. Spinto dalla speranza, prende coscienza delle sue possibilità, ne sceglie qualcuna, le realizza e impara così gli insegnamenti del procedimento realizzato mediante la riflessione successiva. Per suscitare l’attività interna della persona si sono dimostrati efficaci diversi metodi. Il Counseling o approccio centrato sulla persona, emerge fra tutti perché lascia effettivamente che l’individuo scavi nelle profondità del suo essere e dissotterri il tesoro delle sue possibilità e delle sue risorse. Anche il metodo e gli strumenti utilizzati dal Coaching cognitivo ne fanno una vera scuola di ottimismo. Presuppone, infatti, la speranza e la suscita senza nominarla. Ottiene, infine, i frutti positivi di questo atteggiamento con i suoi consueti benefici per la persona, per i gruppi, per la società e per l’umanità».