Pubblicato il numero 67 della rivista Teresianum

È stato appena pubblicato il numero 67 della rivista Teresianum, il secondo dell’anno 2016. Come da tradizione anche questo numero non propone numeri tematici, ma una miscellanea di articoli in diverse lingue non legati da un particolare tema. L’unità si può rinve­nire in una più accentuata dimensione carmelitana.
Il numero si apre con lo studio del carmelitano José Pereira intitolato «Ouvrir la bouche du désir. Éros dans le Cantique spirituel B de saint Jean de la Croix», che costituisce la prima parte di un lavoro svolto sotto la direzione di Iain Matthew, ocd, della nostra Facoltà. L’autore, mediante uno studio lessicale e semanti­co, vuole uscire dall’opposizione tra eros e agape come anche dalla ridu­zione dell’eros alla sessualità. Anche se nel Cantico spirituale non viene utilizzato il termine eros, l’idea di mancanza, aspirazione, desiderio e uscita di sé estatica è ben presente come elemento fondamentale alla vita spirituale. A suo modo, Giovanni della Croce contribuisce al supe­ramento del disprezzo per l’eros e alla sua integrazione nel dinamismo vitale.

 Il secondo articolo è opera di J. Carlos Vizuete Mendoza dell’Università Castilla-La Mancha. Si tratta di uno studio storico su «Los Carmelitas descalzos de México, segun el Libro de las Profesiones del convento de San Sebastian (1586-1813)». Dopo aver considerato la fondazione del convento di San Sebastiano nel 1586, l’autore analizza una fonte storica, il Libro delle Professioni, per trarne alcune conclusio­ni a partire dalle informazioni su 276 fratelli che presero l’abito tra il 1586 e il 1813, in particolare il fatto che molti fratelli coristi entrarono senza conoscere il latino e dunque senza studi universitari precedenti e che la maggior parte delle vocazioni vennero dalla Spagna e meno dal Messico.

 I tre articoli che seguono sono dedicati a tre figure del Carmelo francese: Teresa del Bambino Gesù, Elisabetta della Trinità e Maria Eugenio del Bambino Gesù.
Il primo, di Michael Champagne, tematizza «The Trial of Faith of Saint Thérèse», contestualizza cioè la prova della fede nella vita di Thérèse. Dopo aver esposto le principali interpretazioni, l’Autore considera quattro aspetti della prova: la purificazione dell’anima in vista dell’unione perfetta; la tentazione rispetto all’esistenza del cielo; la solidarietà con gli increduli e il martirio dei desideri. Dato che quest’ultimo aspetto non viene nominato nel Manoscritto C, non è solitamente neanche as­sociato alla prova della fine della vita di Thérèse. Champagne invece propone un allargamento nell’interpretazione della prova seguendo ciò che Thérèse dice del suo martirio come partecipazione alla sete di Gesù Crocifisso.

Nel successivo intervento, Emmanuel Bohler, che ha difeso di recente il suo dottorato su Elisabetta della Trinità, all’Università di Metz, sotto la direzione di Marie-Anne Vannier, propone una riflessione su «Les caractéristiques pneumatologiques de la doctrine spirituelle de la Louange de gioire de sainte Elisabeth de la Trinité». L’Autore presenta la pneumatologia nei numeri 5-8 di Le Ciel dans la Foi e ne individua un’applicazione espli­cita e implicita ai sacramenti dell’iniziazione.

François-Régis Wilhélem, dell’Istituto Notre Dame de Vie, in occasione della beatificazione del fondatore, offre un articolo sintetico sul tema «“Se laisser emporter par l’Esprit”. À la suite du bienheureux père Marie-Eugène de l’Enfant-Jésus». In tale circostanza è consentito attirare l’attenzione su un aspetto fondamentale, anche se ben noto, della spiritualità di padre Marie-Eugène, cioè la presenza attiva dello Spirito Santo nella vita dei cristiani e alcune caratteristiche della vita nello Spirito.

 Due note chiudono questo numero di Teresianum. La prima, «Misericordia come amore preveniente. L’esperienza di Maria e dei dottori carmelita­ni» è di Maria Manuela Romano del Carmelo Monte San Quirico. È una lettura della misericordia in chiave balthasariana come amore preveniente, esemplificandola nell’esistenza e nell’esperienza di Maria, come anche nei tre Dottori del Carmelo.

 La seconda nota, di Christof Betschart,  «Vissuto estetico e religioso nella scoperta della personalità secondo Edith Stein», pone l’attenzione sull’analogia tra vissuto estetico e religioso se­condo Edith Stein, considerando la somiglianza tra gratuità ed empatia nell’incontro con un’opera d’arte e analogicamente con Dio.

Per uteriori informazioni:

 

TERESIANUM
Rivista della Pontificia Facoltà Teologica e del Pontificio Istituto di Spiritualità
TERESIANUM
Piazza San Pancrazio, 5/A – 00152 ROMA
segreteria.rivista@teresianum.net | www.teresianum.net/rivista