Nuovo libro di padre Roberto Fornara

Con il titolo Abitare il segreto del tuo volto è stato pubblicato un nuovo libro di padre Roberto Fornara, OCD,  su santa Elisabetta della Trinità nel suo Rapporto con il più  grande mistero della fede che è appunto la Santa Trinità.

«Voglio vedere Dio»: è l’aspirazione del mistico e del contemplativo, ma più ancora di ogni cristiano e di ogni uomo sincero con se stesso e con il senso religioso che lo Spirito di Dio gli ha posto nel cuore. Per la spiritualità di Elisabetta della Trinità, che papa Francesco canonizzerà il 16 ottobre 2016, si parla spesso di inabitazione trinitaria e di esperienza della presenza di Dio: sono le sue caratteristiche principali e i punti fondamentali della sua esperienza religiosa, sia nel mondo che in monastero. Tuttavia, l’«esistenza teologica» di Elisabetta, secondo una felice espressione di Hans Urs von Balthasar, non si riduce a un dogma né a uno schema teologico. È vita, è cammino, è conversione, è relazione. Da questo punto di vista, per rinnovare e far conoscere maggiormente la ricchezza carismatica di questa carmelitana francese, occorre ancora accettare di percorrere alcune strade che – prevedibilmente – si apriranno ai cristiani dei prossimi decenni. Sembra importante, innanzitutto, ripartire da un’esegesi dei suoi scritti, superando gli stereotipi e la sensazione che molte pagine siano centoni di citazioni, riferimenti e non farina del proprio sacco.

Nell’Elevazione alla Trinità, Elisabetta della Trinità si rivela una grande innamorata di Dio e del suo mistero. Emerge come una contemplativa in ascolto della Parola, che si lascia plasmare dalla Scrittura, in particolare dal Quarto vangelo e dalle Lettere paoline, per rimanere nell’amore e vivere concretamente le esigenze dell’adozione filiale. Si presenta come una donna di grande realismo, con un profondo spirito di fede e con la capacità di esprimere le realtà più grandi della vita nello Spirito in pochi tratti essenziali. Non si può meditare questa preghiera, senza lasciarsi attirare in un irresistibile vortice d’amore, senza aprire il cuore allo stupore adorante, senza sentir nascere nel profondo un desiderio: “abitare la casa” di quel Dio che abita dentro di noi, al centro di noi stessi.

 

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